
Numero Uno è Luther
Dotato di una forza soprannaturale, viene spedito dal padre in missione sulla Luna, dove rimane per quattro anni.
A causa di un incidente, la parte superiore del suo copro viene trasformata in quella di un gorilla affinché possa salvarsi: ciò gli conferisce un aspetto imponente, che stona con la sua faccia pulita e il suo sguardo mite.
Pur nelle difficoltà, Luther è l’unico che rimane fedele e accanto al padre, anche quando tutti gli altri se ne vanno, e la stessa devozione e la natura protettiva nei confronti della famiglia si manifesta ad ogni occasione di potenziale pericolo.
Luther indossa un occhiale che non si prende sul serio, ma al contempo da leader, con righe nette e dritte, che donano solidità e forza allo sguardo.
Nella stretta ferrea della linearità, però, vive una materia che si nutre e palpita di passioni: la montatura del colore di una luna rossa rimanda al fuoco, al sangue e al cuore.
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Diego, o Numero Due
ha il potere di avere il pieno controllo degli oggetti quando questi vengono lanciati. Ha un aspetto poco amichevole: fronte aggrottata, baffo insolente e portamento da duro lo rendono la mina vagante del gruppo, e non per niente finirà in un manicomio.
È impulsivo, vittima delle proprie emozioni (in particolare dell’ira) e si fa trascinare dagli eventi molto più che dalla ragione. Dietro la facciata da spaccone, si nasconde un carattere insicuro, per lo più segnato da un complesso di inferiorità nei confronti del fratello preferito dal padre, Luther.
Un occhiale squadrato, dotato però di volume gli dà un tocco di goliardica imprevedibilità. Il colore caramellato della montatura comunica un carattere enigmatico, difficile da gestire e dosare: dolce sì, ma in modo problematico. Le lenti alte coprono parzialmente la fronte in una sorta di barriera invalicabile e con il loro blu viola, colore complementare al miele, regalano profondità e mistero allo sguardo.
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Numero Tre è Allison
Attrice sposata con una figlia, è tutt’altro che la donna controllata e inquadrata che il matrimonio e la maternità potrebbero far pensare: il suo, infatti, è un equilibrio precario.
Il suo potere è quello di controllare la volontà delle persone solo pronunciando le parole “Ho sentito delle voci”, dono che le procurerà lavoro, fama e soddisfazioni, ma al prezzo di non poco.
Nella sua eterna immaturità da diva, Allison nasconde una personalità complessa e piena di contrasti: ama, soffre e agisce per fare bene, anche se ciò spesso le si ritorce contro.
L’apparente superficialità del suo ruolo da diva si impone con spirito, irriverenza e schiettezza nel suo occhiale a gatto, volubile e ironicamente altezzoso. Ma chi lo sa cosa si nasconde dietro l’apparente disinvoltura hollywoodiana, veicolata da un accessorio macchiettistico e ironico.
E a cosa servono le lenti che si allungano sin oltre il dovuto? A camuffare la coda dell’occhio, o a creare un ponte immediato tra visioni e neuroni?
Klaus è Numero Quattro
Il potere di Klaus è quello di evocare e comunicare con i morti. Sebbene tutti i protagonisti della serie siano segnati, in un modo o nell’altro, dalle proprie doti, Klaus è quello il cui potere ne ha determinato l’esistenza in maniera più incisiva.
Sin da quando il padre adottivo lo chiudeva in un mausoleo per far crescere in lui l’abilità, vedere i morti è per lui un supplizio. Per sfuggirgli, Klaus si rintana lì, dove gli spiriti non possono raggiungerlo: nello stato di alterazione. Il risultato è che Klaus è perennemente (o quasi) ubriaco e sotto effetto di stupefacenti.
Nella serie, ha un aspetto a dir poco camaleontico: passando dall’abbigliamento negletto del tossicodipendente a quello di autentica icona del pop, sfida qualsiasi convenzione sociale. Eccentrico, divertente e anticonformista, Klaus è anche l’unico a mostrare i suoi occhi nella locandina.
Strano? Non troppo. Lui, che è perennemente succube delle proprie visioni, sceglie di fuggire la claustrofobica sensazione di un occhiale scuro e avvolgente e si affida a un modello poco coprente, dalle aste ariose e aperte e dalle lenti chiare e calde. Con vibrazioni hippie modernizzate da punti di luce, il suo look respira grazie a un occhiale leggero, asciutto e luminoso: un’autentica ribellione a tutto ciò che di lugubre riserva già la vita.
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Numero Cinque è il senza nome della cricca
Fugge ben presto e a causa del suo potere di viaggiare nel tempo finisce in un futuro post-apocalittico dove rimane intrappolato a lungo.
Riesce a ritornare nel suo tempo e a ritrovare i suoi fratelli. Cinque è un ragazzino a dir poco formidabile ed è anche il più vecchio e giovane allo stesso tempo: dopo essere invecchiato fino a 60 anni nel futuro, ritorna indietro da adulto nel corpo di un tredicenne.
Questo conflitto lo porta non di rado ad avere degli scatti di superbia e alterigia e a liquidare gli altri membri della famiglia come inferiori. Occhiale da pilota per lui che viaggia nel tempo: colore grigio chiaro, forma tagliente e sottile, come una scheggia.
L’idea alla base della montatura è il guizzo, l’intuizione che riduce il campo visivo, solo per concentrare la vista in un punto più lontano: due lenti allungate ricalcano gli occhi affilati di chi vede oltre e sa più di quanto non lasci intendere.
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Ben, il numero Sei
il fratello morto misteriosamente, si manifesta solo occasionalmente in presenza di Klaus, l’unico a poter vedere i morti.
Ben ha il potere di possedere mostri nel proprio corpo, ma nella serie assume anche il ruolo di “grillo parlante” di Klaus, cercando di convincerlo a evitare comportamenti autodistruttivi. Per lui occhiali classici, ma con carattere e personalità.
Un modello tradizionale, scuro con note marrone, come terra che seppellisce nell’ombra. Ma a sugellare i due pozzi di buio, il dettaglio che apre una breccia: in alto, una goccia metallica con discrezione ed eleganza crea ancora un legame, seppur piccolo, con il mondo materiale.
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Vanya è Numero Sette
e ha un percorso unico nella serie. Arriva all’accademia senza alcun potere: il suo unico ruolo è quello di assistere il padre adottivo.
Per compensare la sua apparente inadeguatezza e inferiorità rispetto ai ì fratelli, Vanya dedica la sua vita al violino riuscendo a padroneggiare lo strumento, quasi in un simulacro delle sue reali potenzialità.
Ha anche il talento della scrittura, grazie al quale ha pubblicato un libro sulla Umbrella Academy, cosa che le ha attirato l’astio di altri membri del gruppo. Vanya indossa un occhiale a goccia, che rimanda alla vibrazione calma e paziente dell’acqua.
Una lente dai toni del mercurio, essenziale nel doppio ponte sottile che dona una nota di enigmaticità e indecifrabile distanza.